Life Is Strange: Before the Storm – alla ricerca della Chloe perduta

Quando ho saputo che sarebbe uscito nel 2017 un prequel di Life Is Strange ho avuto sensazioni contrastanti. Da un lato ero entusiasta all’idea di tornare ad Arcadia Bay e assaporare quell’atmosfera così particolare, quel mix tra teen movie, thriller, il tutto con una sottile spolverata di malinconia. D’altro canto, avevo non pochi dubbi su come si sarebbe potuta sviluppare una storia prima del ritorno di Max alla Blackwell School, sarebbe stata una vicenda fin troppo lineare o sarebbero stati spiegati gli strani poteri della giovane protagonista in Life Is Strange?

Quando dopo venni a conoscenza del fatto che ad occuparsi del progetto non ci sarebbe stata Dontnod bensì lo sviluppatore Deck Nine Games, avevo le aspettative sotto terra.

Un prequel di un capolavoro di difficile realizzazione per di più affidato ad una software house diversa! Follia!

Tentato dal richiamo delle sirene (in questo caso Chloe e Rachel), non ho saputo resistere e mi sono tuffato in questa avventura grafica, incoraggiato anche da roboanti voti della critica.

Premetto subito che Before the Storm non è un brutto prodotto. E’ un gioco gradevole che vive di contraddizioni e ciò gli impedisce di fare il salto di qualità e poter “guardare direttamente negli occhi” Life Is Strange.

Andiamo con ordine.

 

STORIA: IL MINIMO SINDACALE MA GRADEVOLE

Ambientato nel 2010, questo prequel (anzi, preferisco parlare più di spin-off e in seguito vi spiegherò perché) narra di come Chloe Price conobbe la tanto famigerata Rachel Amber, l’alter ego videoludico di Sarah Palmer di lynciana memoria. Life Is Strange, infatti, tratta anche della scomparsa di una bellissima e misteriosa ragazza. Anzi, proprio la ricerca di Rachel sarà il motore per gran parte degli avvenimenti nel capolavoro di Dontod. La sceneggiatura del capitolo originale aveva giustamente permeato di un alone di mistero questo personaggio le cui informazioni trapelavano soltanto tramite i racconti di studenti e conoscenti. In questo modo venivamo a conoscenza dell’indubbio fascino e magnetismo di cui era dotata e dei punti oscuri di una vita solo all’apparenza perfetta. Quello però che era il suo carattere e la vera essenza della sua personalità ci sfuggiva e, d’altronde, non era nemmeno fondamentale conoscerla. Before the Storm, invece, si propone proprio di presentarci questa figura che compare, come un Deus Ex Machina, nella vita di una Chloe Price in bilico tra autodistruzione e rabbia contro il mondo. Ha già perso il padre e non sa che fare della propria vita, se non costruire una barriera da dura difficile da scalfire per chiunque.

Non mancheranno momenti rilassanti, sopratutto nel primo capitolo.

Si parla di amicizia, quindi. Forse anche di attrazione ma ciò che conta è la sintonia che si viene a creare tra due persone all’apparenza così diverse ma con più punti in comune di quanto poteva sembrare ad una prima occhiata. Il problema è che la Rachel che vediamo in Before The Storm è solo una piccola parte di quella che trasuda dai discorsi in Life Is Strange. Nemmeno un accenno ad un importante relazione né a quelle ombre che la connoteranno nella vicenda successiva. Si poteva fare di più? Sicuramente. Il rapporto con Frank inesistente. Solo a tratti intravediamo (e per interposta persona) la natura di “spirito libero” di Rachel, insofferente a qualsiasi forma di stabilità che sia familiare, affettiva o professionale.

Per quello che riguarda la vera protagonista, la nostra Chloe Price, il lavoro svolto da Deck Nine è ottimo, sopratutto in una serie di momenti onirici legati alla sua recente perdita. Anche se in questo caso occorre fare una breve riflessione: quanto c’è di loro nel presentarci un personaggio non così diverso da quello che conoscevamo? Il fan del gioco originale non può che essere contento nel ritrovarla – io per primo – ci mancherebbe… ma è farina del sacco di Deck Nine o di fatto si vive di rendita col personaggio creato e delineato in Life Is Strange? C’è qualche particolare nuovo, visto che si tratta di un periodo antecedente a quello dell’opera di Dontnod però non mi sento di definirlo un punto di forza. Facendo un esempio, se nell’imminente Solo viene presentato un giovane Han Solo che ha quasi tutte le caratteristiche e battute di quello interpretato da Ford, possiamo dire “solo” per quello che è un film riuscito e applaudire gli sceneggiatori? Non credo. Pensiamo invece a Better Call Saul: lo spin off ci racconta le origini di “Saul Goodman” mostrandoci un personaggio ancora diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in Breaking Bad e ciò aumenta la nostra curiosità. 

Il fan service c’è ed a mani basse, non poteva che essere così, dato che questo Before The Storm è un prodotto rivolto sopratutto ai fan del gioco originale. Farà effetto andare negli stessi posti con gli stessi colori e delle musiche delicate in sottofondo. Sfido qualunque fan a restare indifferente ad un ritorno alla Blackwell o a casa Price.

La consueta finezza di Chloe Price

Gli altri personaggi noti rimangono sullo sfondo, le nuove comparse fanno capolino ma non sono memorabili, anche per il poco spazio che viene loro concesso. I 3 capitoli si soffermano più su le due ragazze che sul resto del mondo (il gioco sembra troppo corto). Una piccola eccezione è la famiglia Amber ma, anche in questo caso, sembra tutto un pò troppo veloce, sopratutto nel terzo e ultimo capitolo dove gli eventi accelerano improvvisamente.

 

SI VIVE NEL PRESENTE

Capitolo Gameplay, nessun elemento fantascientifico, nessun potere nascosto (e nessuna spiegazione di essi in relazione a quanto accadrà in Life Is Strange). Come ovviare ad un piattume che avrebbe ricalcato in tutto e per tutto un qualsiasi prodotto Telltale? Attraverso le “sfide di insolenza”: dialoghi architettati in maniera tale da rispondere a tono – attraverso una scelta spesso non banalissima – tra varie opzioni di dialogo in modo da vincere lo scontro verbale. La nostra Chloe potrà quindi sfidare e convincere con la dialettica i suoi interlocutori. Un meccanismo divertente, non c’è dubbio. Eppure la devastante novità del mutamento delle scelte in game che era contemplata in Life Is Strange era un’altra cosa poiché metteva in discussione continuamente quello che decidevamo far fare alla nostra Max. Obiettivamente non si poteva pretendere la stessa meccanica di gioco e quindi non la posso considerare una mancanza vera e propria da parte di questo prodotto, quanto un limite insito nell’idea dell’essere prequel a un gioco altamente innovativo e particolare come Life Is Strange. Proprio per questa debolezza inevitabile direi, la storia doveva essere ancora più profonda con, magari, delle scelte che avessero avuto un impatto determinante in alcuni avvenimenti.

Ciò, purtroppo, non è avvenuto.

Le sfide di insolenza sono un piacevole diversivo.

 

I DETTAGLI CHE TI FREGANO

Ci sono diversi scivoloni, alcuni davvero inspiegabili. Giusto per fare qualche esempio, evitando di fare spoiler, il meccanismo di collezionatili (che stavolta anziché essere foto sono graffiti che Chloe disegna ovunque) porterà la nostra protagonista a fare un disegnino in una scrivania mentre si infiltra segretamente in tale stanza, cercando possibilmente di non lasciare traccia della violazione di domicilio che ha appena commesso.

O ancora, ci saranno momenti involontariamente esilaranti. Ad un certo punto, effettuando una delle poche scelte disponibili, un determinato personaggio sverrà di fronte a tutti. Nessuno muoverà un dito, anzi, la storia proseguirà come se ciò fosse perfettamente normale!

I vari elementi dello scenario che ci dovrebbero svelare aspetti nascosti dei personaggi non solo sono pochi e davvero senza grande spessore ma sono anche inutili! Se in Life Is Strange erano importanti anche per ripensare le nostre scelte e correggerle tornando indietro nel tempo, qua non servono a nulla e al contempo non aggiungono un bel niente al profilo del personaggio! Anche sotto questo profilo si poteva (e doveva) fare di più.

E’ davvero un sequel? Aggiunge qualcosa alla trama principale di Life Is Strange? La risposta non è scontata. Certo, sappiamo ora qualcosa di più di Rachel e…basta. Chloe la conoscevamo già e i vecchi personaggi sono più comparse che altro. Siamo maggiormente vicini all’area “spin-off” che prequel vero e proprio. L’universo di riferimento è quello ma è come se tutto fosse sganciato dal filone principale pur partendo da delle premesse che sembravano collegarsi col gioco-madre.

Se in LiS c’era una tempesta, qua abbiamo un incendio.

 

UN PROFUMO CHE CI RIPORTA (A TRATTI ) INDIETRO

Complessivamente la storia, che è la colonna portante di tutta l’avventura, sembra partire con grandi premesse e offrire innumerevoli spunti per poi rallentare (pur dando sfoggio di alcuni momenti memorabili nel secondo capitoli) fino a riaccellerare nell’ultimo capitolo ammassando eventi potenzialmente devastanti in poco più di un’ora.

Le scelte sono quasi del tutto influenti non dando un grande incentivo alla rigiocabilità. E’ vero che, essendo un prequel, certe vicende non potevano essere cambiate ma proprio il fatto di prenderla molto alla lontana rispetto a Life Is Strange e di non creare un collegamento diretto tra ultimo capitolo di Before The Storm e primo di Life Is Strange lasciava qualche margine di manovra, quantomeno per vicende secondarie. Anche la scelta finale (si, anche qua c’è una scelta finale) non solo è  -giocoforza- meno dirompente e lacerante di quella che sappiamo bene essere in Life Is Strange ma non dà la minima soddisfazione, risolvendosi in un 30 secondi di video e gestita davvero malissimo. Che peccato.

L’impressione che fa Before The Storm è rivedere Life Is Strange “sfuocato”. Si intravede dietro una minor cura dei dettagli (alcune incongruenze con la “lore”, un non perfetto legame tra gli eventi finali di Before The Storm e Life Is Strange, una sola tematica in gioco a differenza di quanto avveniva nel gioco originale) un’opera meno potente e trascinante anche se, talvolta, ti sorprende con un guizzo, un dialogo, un’immagine che ti ricatapulta nelle sensazioni che ricordavi aver vissuto. Se il viaggio nel tempo era uno degli argomenti di Life Is Strange, qua il percorso temporale a ritroso lo compiamo in maniera quasi inconsapevole attraverso stimoli estemporanei (troppo ridotti, purtroppo).

Come Proust ci raccontava della memoria involontaria richiamata dalle madeleine, noi giocatori di Life Is Strange per brevi attimi ritorniamo a 2-3 anni fa quando per la prima volta sentivamo parlare di Arcadia Bay. Non è comunque poco ma, forse, siamo noi a proiettare i nostri ricordi su questa copia opaca del Life Is Strange piuttosto che il contrario. 

 

Consigliato ai fan di Life Is Strange (con aspettative non altissime).

 

 

Qui la recensione di Life Is Strange: Life Is Strange: Il tempo in uno scatto

13 pensieri riguardo “Life Is Strange: Before the Storm – alla ricerca della Chloe perduta

    1. Il secondo episodio, forse, è il più coinvolgente. Peccato per la gestione del terzo. Quando termini tutto Before The Storm mi piacerebbe sapere le tue impressioni! Buona avventura ad Arcadia! P.S. Hai anche l’episodio bonus? E’ breve ma piacevole (e con una vecchia conoscenza).

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  1. Insomma, la classica occasione mancata. Un “more of the same” per non sbagliare e alla fine lascia tiepidi i fan del primo fantastico capitolo. Avevo deciso di acquistarlo grazie a uno sconto che ho, ma a questo punto, finisco il primo capitolo con calma e attendo che scenda di prezzo. Grazie per la dettagliata recensione, lucida e con passione insieme .

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    1. Trascinato dalle recensioni entusiastiche ho pure preso l’edizione retail deluxe (a proposito, quando lo recuperi ti suggerisco la versione includente l’episidio bonus: non é lungo ma é un bell’addio ai personaggi di LiS). Forse non é stato un grande affare 😁.

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  2. Non l’ho ancora preso, ma le mie aspettative non erano altissime nemmeno poco fa, perché… mi sta antipatica Chloe! XD
    Certo è che mi aspettavo qualcosa di più curato, rispetto ai difetti che hai evidenziato, specialmente perché LiS era un gioco molto particolare e un prequel avrebbe meritato il doppio della cura… peccato.

    PS: le musiche, come sono? C’è qualche brano del gioco precedente?

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    1. Allora, le musiche sono carine (ci sono bei pezzi ma non al livello di LiS. Alcune rimangono in mente 👍). Per quanto riguarda Chloe, potresti rivalutarla con questo gioco, sopratutto con l’episodio bonus (altamente consigliato)😉.

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    1. Probabilmente se questo prequel fosse stato gestito dai Dontnod sarebbe stato di un livello molto più vicino all’originale. Per i fan è comunque un must-have. Aspettiamo di vedere Life Is Strange 2 in mano di nuovo a Dontnod (l’anno prossimo credo), sperando che ci ridia le stesse emozioni che la serie ci ha regalato. Non sarà facile ma sono fiducioso.

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      1. Io comunque questo prequel l’ho trovato un ottimo titolo, quasi quanto il primo e spero che il secondo capitolo rimanga su questo trend, ma ho paura di farmi prende dall’hype e poi rimanere deluso dal sequel. Un po’ come successe anni fa con Bioshock 2.

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      2. E’ vero, l’hype per il sequel non è poco anche per me e potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Da una parte è un bene che cambino personaggi e storia (sia perché li avevano sviscerati bene, sia per via del “doppio” finale di LiS), dall’altra è un bel rischio perché mettere in piedi nuovi personaggi iconici ed una trama appassionante non sarà cosa da poco. Non ci resta che aspettare (e sperare).

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